Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG) in calo nel 2015, effetto della “contraccezione d’emergenza” senza prescrizione medica o maggior consapevolezza ed informazione?

Una riflessione sulla Relazione del Ministero della Salute sulla attuazione della legge 194/78.

Da Maggio 2015 l’AIFA (Agenzia Italiana per il Farmaco) ha eliminato, per le maggiorenni, l’obbligo di prescrizione medica dell’Ulipristal acetato (nome commerciale EllaOne), contraccettivo d’emergenza meglio noto come “pillola dei 5 giorni dopo”. E guarda caso nel 2015 il numero di IVG è stato inferiore a 90.000, una diminuzione del 9.3 % rispetto ai numeri del 2014 (è un dato confortante osservare che le IVG si sono più che dimezzate rispetto alle 234.801 del 1983, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia, ed attualmente il tasso di abortività del nostro Paese è fra i più bassi tra quelli dei paesi occidentali). Citando il Ministero il maggior decremento osservato nell’anno 2015 si riscontra “in particolare tra il secondo e terzo trimestre, e ciò potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina AlFA del 21 aprile 2015 […] che ha eliminato, per le maggiorenni, l’obbligo di prescrizione medica dell’Ulipristal acetato”.  Un dato interessante che, se si manterrà anche nel 2016, deve far riflettere sull’importanza di mettere in atto strategie mediche considerate sicure per la salute femminile al fine di contrastare l’aborto volontario, un evento dolorosamente significativo nel percorso di vita di molte donne.

D’altro canto, molto si è fatto anche a livello delle società scientifiche ginecologiche in tema di educazione sulla contraccezione, utilizzando canali informativi istituzionali (www.sceglitu.it, www.lapillolasenzapillola.it solo per citarne due) che parlano alle donne in modo semplice e diretto. Questo ha certamente portato ad una maggior consapevolezza nel fare una scelta “a monte” in tema di contraccezione sia con metodi di barriera (importantissimi anche e soprattutto nella prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale) sia con metodi ormonali (pillola, cerotto, anello, impianto, spirale medicata), informando anche sulla possibilità di fare una scelta “del durante” (contraccezione d’emergenza), per esempio quando si rompe il preservativo o si dimentica l’assunzione del contraccettivo ormonale abituale. Una revisione dei dati della letteratura internazionale in prossima pubblicazione su European Journal of Contraception and Reproductive Health Care, a firma anche della Prof.ssa Nappi dell’Università di Pavia, indica che dal 10 al 51 % delle donne sopra i 18 anni, a seconda delle casistiche, dimentica fino a tre pillole al mese, e sottolinea l’importanza di fornire spiegazioni adeguate e strategie terapeutiche atte a contrastare tale fenomeno, frequente soprattutto nelle donne più giovani.

Far crescere una cultura della contraccezione sembra essere lo strumento più importante per la prevenzione dell’IVG, un obiettivo primario della sanità pubblica.

Tu quanti metodi contraccettivi conosci?