Il prezzo di essere donna
- 07, 01, 2016
Scrive Umberto Veronesi nel suo bel libro dell’Amore e del Dolore delle Donne ‘Mia madre ha vissuto lottando a denti stretti per donare a me e ai miei fratelli ogni cosa. Eccetto il suo dolore, che ha tenuto per sé.’
E’ una frase toccante che racchiude in sé una grande verità, che si perpetua ogni giorno nella realtà di molte donne. Sì perché è ormai dimostrato in vari campi della medicina: le donne sono più esposte al dolore rispetto agli uomini. Non solo i reumatismi, la fibromialgia, il colon irritabile e l’emicrania che, è ormai dato scientificamente acquisito, colpiscono più frequentemente il sesso femminile. Le donne soffrono di più dell’uomo anche quando si prendono in considerazione condizioni cliniche che si manifestano con la stessa frequenza nei due sessi: il dolore del post-operatorio, la lombalgia e le nevralgie causano un dolore che, secondo studi recenti, è del 20% superiore nella donna rispetto all’uomo.
Non si tratta solo di condizionamenti legati al modello psicologico, secondo cui la donna sarebbe più propensa all’ansia e all’ascolto del proprio corpo, a quello sociale, secondo il quale è accettabile che la donna, ma non l’uomo, manifesti comportamenti stereotipati legati al dolore (come svenire o piangere) o addirittura religioso, nell’ambito di una ‘meritata’ punizione divina (‘moltiplicherò le tue pene’). E invece le differenze più significative sulla diversa percezione del dolore tra uomo e donna sono su base biologica. Studi effettuati sui due sessi, usando stimoli termici dolorosi, hanno evidenziato che le donne hanno una soglia e una tolleranza dolorosa più bassa, evento connesso al ruolo degli ormoni. Nella donna fertile, infatti, la soglia del dolore non è stabile, ma varia con il ciclo. E’ più alta nella fase follicolare e poi si abbassa in prossimità del ciclo mestruale. Nelle donne che assumono la pillola, la soglia si abbassa nella settimana di sospensione, mentre le donne in gravidanza presentano un incremento della tolleranza al dolore. Sarebbe tuttavia riduttivo pensare che le reali differenze tra uomo e donna siano solo il risultato di un’interazione tra ormoni e trasmissione di impulsi nei nervi periferici. I recettori attraverso cui gli ormoni sessuali svolgono le loro molteplici azioni sono numerosi anche nel cervello ed è lì che origina
la diversità, o forse sarebbe meglio chiamarla ‘specificità, attraverso la modulazione ormonale dei sistemi endogeni di controllo del dolore (oppioide ed endocannabinoide) e mediante l’attivazione di un ventaglio di strutture molto più ampio in seguito a stimolo doloroso.
Solo se riusciremo a sondare in profondità e capire queste differenze potremo un giorno decifrare i meccanismi che più facilmente conducono a patologie dolorose nella donna. E solo così sarà possibile sviluppare trattamenti più specifici ed efficaci per aiutare la donna nel suo percorso della vita, divisa fra l’accudimento di coloro che ama e un lavoro che svolge per necessità o passione, alleviandole il peso del suo dolore.
Articolo di Cristina Tassorelli – vedi la sezione “Chi Siamo” per maggiori informazioni
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